A.S.T.C.
Associazione Sportiva Dilettantistica Tiratori Canavesani
Via Tripoli, nr. 27 – 10018 Pavone Canavese (TO)
Poligono A.s.t.c.
Presso ex cava Pistono Via 4 Novembre, 103 - Lessolo

A tutti i soci A.S.T.C.
Si comunica che il poligono apre in base al Dpcm in vigore.
TESSERAMENTO ANNO 2023.
Sottoscrizione:
Possibilità di sottoscrivere l'iscrizione presso l'ufficio o direttamente in area poligono, nel caso che si voglia già compilare i moduli di sottoscrizione, sul sito nell'area "iscrizione - orari apertura", sono disponibili i moduli e documenti per l’iscrizione.
I documenti compilati dal socio, devono sempre essere consegnati in ufficio o in poligono nei giorni di apertura all'atto dell'iscrizione.
Per chiarimenti e iscrizioni:
333 9198164
345 1676458
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I documenti compilati dal socio, devono sempre essere consegnati in ufficio o in poligono nei giorni di apertura all'atto dell'iscrizione.
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IN MEMORIA DI UNO DI NOI
Lo conoscevo bene. Ma forse non è vero: l'ho conosciuto e frequentato troppo poco. Mi dicevo: c'è tempo. Verranno altre occasioni, quando ci sarà un po' più di calma. Dimenticando che il tempo che ci è dato ha dei limiti e la calma... chissà quando tornerà di nuovo.
Poi la notizia, arrivata quasi per caso: scusate ho mal di schiena; scusate sono senza voce... ...per poi capire che i problemi erano ben altri e ben più gravi.
Nacque in Sicilia, a Leonforte, 67 anni fa, ma al di là dei modi affabili, di siciliano aveva mantenuto poco, acquisendo accento e abitudini del nord. D'altronde anche il cognome tradiva lontanissime origini franche o normanne (gand-wulf: il lupo dal bastone magico). Ed era praticamente sempre vissuto qui. Aveva lavorato a lungo, quale impiegato dell'Italtel. Ma io l'ho conosciuto in quella che era di sicuro la veste a lui più congeniale: validissimo ed ineguagliabile direttore di tiro del poligono GSRO, passato poi alla nostra ASTC (Associazione Sportiva Tiratori Canavesani), di cui è stato Presidente per circa 10 anni. Bravo e molto competente, ma nello stesso tempo dimesso e diplomatico e con una innata predisposizione ad insegnare. Cui si aggiungeva un grande buon senso ed un'istintiva percezione di ciò che era giusto. Clemente con i principianti, inflessibile, ma sempre educato, con chi pretendeva di fare i propri comodi o con chi metteva in pericolo la sicurezza degli altri. Ed ancora: cacciatore tra i più capaci e rispettosi della legge e della natura. E coraggiosa guardia venatoria. Era tutto questo Santo, ma probabilmente tante altre cose ancora (da poco ho scoperto che collaborava con i Carabinieri, quando avevano bisogno di consulenze in materia di armi).
I “cinghialai”, inconsapevoli dell'etimologia del cognome, gli avevano dato il soprannome di Cane Nero, attingendo all'Isola del Tesoro di Stevenson. Non perché avesse modi da filibustiere settecentesco, ché era casomai un gentiluomo, ma credo proprio per via del suo cane. Quel nomignolo però gli era rimasto e, sotto sotto, Santo ne andava contento ed era diventato un po' il suo blasone.
Solo pochi giorni fa al telefono mi diceva, calmo e tranquillo come sempre, che le cure ordinarie non avevano avuto successo ed ora avrebbe provato una cura sperimentale. E lo diceva con un misto di noncuranza e di fiducia, come se parlasse di ricarica o spiegasse come tarare un'ottica. Poi il silenzio, interrotto solo da un brutto annuncio, ormai previsto, ma che nessuno avrebbe voluto ricevere.
Lascia, disperate, le tre donne della sua vita: la madre, ottuagenaria, cui forse la vecchiaia ha risparmiato il troppo dolore, la moglie Teresa e la figlia Arianna che gli sono state accanto sempre.
Ci mancherà.
Ma forse ci incontreremo ancora. E chissà, giunto in Paradiso, avrà davvero avuto in dono un bastone magico per far scaturire dal nulla una linea di tiro tutta per lui; e allora, quando verrà il mio turno, sentirò di nuovo il suo eloquio pacato, interrotto da brevi respiri, e riprenderà gli insegnamenti che aveva lasciato a metà all'ultima sessione, esattamente un anno fa, di questi giorni...
Lessolo, 26 luglio 2022.
Alessandro Raucci
Lo conoscevo bene. Ma forse non è vero: l'ho conosciuto e frequentato troppo poco. Mi dicevo: c'è tempo. Verranno altre occasioni, quando ci sarà un po' più di calma. Dimenticando che il tempo che ci è dato ha dei limiti e la calma... chissà quando tornerà di nuovo.
Poi la notizia, arrivata quasi per caso: scusate ho mal di schiena; scusate sono senza voce... ...per poi capire che i problemi erano ben altri e ben più gravi.
Nacque in Sicilia, a Leonforte, 67 anni fa, ma al di là dei modi affabili, di siciliano aveva mantenuto poco, acquisendo accento e abitudini del nord. D'altronde anche il cognome tradiva lontanissime origini franche o normanne (gand-wulf: il lupo dal bastone magico). Ed era praticamente sempre vissuto qui. Aveva lavorato a lungo, quale impiegato dell'Italtel. Ma io l'ho conosciuto in quella che era di sicuro la veste a lui più congeniale: validissimo ed ineguagliabile direttore di tiro del poligono GSRO, passato poi alla nostra ASTC (Associazione Sportiva Tiratori Canavesani), di cui è stato Presidente per circa 10 anni. Bravo e molto competente, ma nello stesso tempo dimesso e diplomatico e con una innata predisposizione ad insegnare. Cui si aggiungeva un grande buon senso ed un'istintiva percezione di ciò che era giusto. Clemente con i principianti, inflessibile, ma sempre educato, con chi pretendeva di fare i propri comodi o con chi metteva in pericolo la sicurezza degli altri. Ed ancora: cacciatore tra i più capaci e rispettosi della legge e della natura. E coraggiosa guardia venatoria. Era tutto questo Santo, ma probabilmente tante altre cose ancora (da poco ho scoperto che collaborava con i Carabinieri, quando avevano bisogno di consulenze in materia di armi).
I “cinghialai”, inconsapevoli dell'etimologia del cognome, gli avevano dato il soprannome di Cane Nero, attingendo all'Isola del Tesoro di Stevenson. Non perché avesse modi da filibustiere settecentesco, ché era casomai un gentiluomo, ma credo proprio per via del suo cane. Quel nomignolo però gli era rimasto e, sotto sotto, Santo ne andava contento ed era diventato un po' il suo blasone.
Solo pochi giorni fa al telefono mi diceva, calmo e tranquillo come sempre, che le cure ordinarie non avevano avuto successo ed ora avrebbe provato una cura sperimentale. E lo diceva con un misto di noncuranza e di fiducia, come se parlasse di ricarica o spiegasse come tarare un'ottica. Poi il silenzio, interrotto solo da un brutto annuncio, ormai previsto, ma che nessuno avrebbe voluto ricevere.
Lascia, disperate, le tre donne della sua vita: la madre, ottuagenaria, cui forse la vecchiaia ha risparmiato il troppo dolore, la moglie Teresa e la figlia Arianna che gli sono state accanto sempre.
Ci mancherà.
Ma forse ci incontreremo ancora. E chissà, giunto in Paradiso, avrà davvero avuto in dono un bastone magico per far scaturire dal nulla una linea di tiro tutta per lui; e allora, quando verrà il mio turno, sentirò di nuovo il suo eloquio pacato, interrotto da brevi respiri, e riprenderà gli insegnamenti che aveva lasciato a metà all'ultima sessione, esattamente un anno fa, di questi giorni...
Lessolo, 26 luglio 2022.
Alessandro Raucci
- Ivrea, lì 2 febbraio 2018. Avv. Alessandro Raucci - Considerazioni sulle leggi e sulla giurispredenza in materia armi, Quante leggi sulle armi sono in vigore in Italia? -